Un modo per stimolare la lettura in modo divertente e alternativo è stato proporre queste schede ai bambini e alle bambine. Si tratta di una frase da leggere a cui è abbinato un disegno da completare con gli elementi e/o con i colori specificati nella frase stessa. Ogni volta che si scende verso il basso, si trova sempre la stessa frase a cui, però, sono stati aggiunti dei particolari in modo da risultare sempre più dettagliata. In parallelo, anche il disegno si arricchirà di oggetti e/o colori. A fine anno, in classe prima, i bambini stessi hanno inventato altre schede di questo tipo, a coppie! Si può usare il tutto anche in classe seconda per ragionare sulla frase minima e sulle espansioni.
Per familiarizzare con il concetto di “frase”, ho creato un quadernone ad anelli che abbiamo rinominato “Il grande libro delle frasi pazze”. Ritagliando i fogli interni nel modo corretto, si ottengono frasi divise per segmenti sintattici che si possono combinare tra loro in modo praticamente infinito. Per ritrovare la frase di partenza basta far corrispondere i disegni sul lato destro, unici per ogni frase. Le attività collegate possono essere molte, anche in classe seconda quando si affronta la sintassi della frase. Per noi è stato anche uno stimolo alla lettura, visto che i/le bambini/e si divertivano a mischiare i pezzetti di frase e leggere il risultato soprattutto perché avevo aggiunto molti elementi strani e divertenti, collegati alla nostra vita di classe. In questa versione, i riferimenti personali sono stati omessi! 😉 Ci hanno giocato in coppia, a gruppo, leggendo a turno una frase pazza ognuno ma capitava anche che solo un/a bambino/a fosse immerso/a nel Grande Libro delle Frasi Pazze!
Verso la fine dell’anno, in classe prima, volevo affrontare il concetto di frase in modo più strutturato. Uno degli strumenti proposti è stato proprio “Pesca la frase” che permette di creare tante frasi diverse abbinando le varie parti (soggetto-predicato-espansione).
In questa versione, ne ho approfittato anche per inserire parole della “famiglia dell’acqua” e della famosa “tribù degli indiani cucù” ma le possibilità sono davvero infinite.
Lo strumento può essere utilizzato anche in classe seconda per ragionare, inizialmente, sulla sintassi della frase.
Questo strumento autocorrettivo propone frasi di cui fare l’analisi grammaticale, sia con l’abbinamento ai simboli della Psicogrammatica Montessori, sia con la classica analisi delle parti del discorso.
Lo strumento è inclusivo, perchè può essere eventualmente utilizzato solo con i simboli; inoltre si può decidere se lasciare o meno a disposizione dei bambini degli strumenti come la Striscia dell’Analisi Grammaticale o le mappe delle parti del discorso.
In questo set, ho inserito solo VERBI AL MODO INDICATIVO. Nell’analisi, ho fatto delle scelte: non indicare CONCRETO ma solo ASTRATTO in caso il nome lo fosse, sottolineare il verbo se è composto da più parole (ausiliare), sottolineare le parti da considerare insieme per analizzare i gradi dell’aggettivo,…
Mi scuso per gli errori o imprecisioni che posso aver fatto nell’analisi, non sempre così semplice (condivido con i bambini il fatto che l’attribuzione ad alcune categorie possa essere difficile o discutibile…)
Ecco delle schede per imparare a disporre le parole in ordine alfabetico. Si tratta di un materiale autocorrettivo. I bambini hanno bisogno di un pennarello per scrivere il numero nel quadratino e poi girare la scheda per controllare il lavoro.
Solo nelle prime è presente la striscia alfabetica in modo da facilitare l’esercizio anche quando si presentano nel gruppo parole con la prima o seconda lettera uguale.
Questo gioco nasce da una chiacchierata con la maestra Raffaella, nel giardino della scuola. La riflessione era che la coniugazione dei verbi è un’azione molto concettuale e decisamente poco corporea.
Ecco quindi che ci è venuta in mente la possibilità di usare le gambe per “danzare” tra tempi e persone verbali. Mi sono fatto portare un vecchio Twister da un bimbo e, dopo varie prove sono approdato a questo gioco, che purtroppo non può essere totalmente autogestito da chi lo usa, ma necessita la presenza di un arbitro (che però può anche essere un compagno o una compagna esperta in coniugazioni e tempi verbali.
Io ho lavorato solo su 6 tempi dell’indicativo: i più utilizzati nei testi liberi dei bambini e delle bambine: presente, imperfetto, futuro semplice, passato prossimo, trapassato prossimo e passato remoto. Ovviamente il gioco è personalizzabile anche con altri tempi, oppure riducendone il numero a 4.
Ogni colore rappresenta un tempo verbale. Ogni riga rappresenta una persona. Si può giocare in ascolto (cioè è l’arbitro a dire i verbi e i giocatori si muovono di conseguenza) oppure in coniugazione (cioè i giocatori si muovono autonomamente dicendo il verbo coniugato correttamente corrispondente al cerchio colorato scelto).
L’obiettivo è mettere in difficoltà l’equilibrio dei compagni: chi tocca terra con le mani ha perso! Ovviamente ha perso anche chi sbaglia a coniugare il verbo!
Chi perde paga pegno, oppure sta fuori a riposarsi qualche minuto… e poi – via! – la danza verbale ricomincia.
Il Twister è ovviamente un marchio registrato di proprietà della Hasbro.
Questo è un esercizio meccanico di coniugazione verbale, che però può essere trasformato in un gioco divertente. Ho considerato solo sei tempi dell’indicativo: il presente, il futuro semplice, il passato prossimo, il trapassato prossimo, l’imperfetto e il passato remoto. Il riconoscimento, l’utilizzo consapevole e la coniugazione di questi sei tempi mi pare già un obiettivo importante alla scuola primaria. Indipendentemente da come si siano “scoperti” questi tempi, arriva un momento in cui è utile esercitare e velocizzare la loro coniugazione.
Inizialmente si completa il puzzle (in una prima fase si può fare con il controllo a portata di mano, poi senza). Successivamente un compagno scambia due cartoncini e il giocatore deve rapidamente trovare l’errore e ripristinare l’ordine corretto.
Come scoprire con la classe i diversi tempi verbali è compito dell’insegnante. Noi in questo ciclo abbiamo creato una lunga storia di pupazzi dispersi nei boschi e siamo andati a frugare all’interno del testo per capire come i verbi dell’indicativo abbiano funzioni diverse.
Dopo un lungo lavoro di analisi, però, è tempo di esercitarsi. Ecco qui dunque, già bello e pronto, un mazzo di verbi già coniugati, dei quali “indovinare” il tempo: presente, futuro semplice, imperfetto, passato prossimo, trapassato prossimo, passato remoto.
Una volta affrontati o scoperti gli aggettivi mi serviva un esercizio autocorrettivo di rinforzo che raggiungesse un doppio obiettivo: il riconoscimento all’interno di una frase e la categorizzazione. Mi sono limitato a 4 tipi: qualificativi, indefiniti, dimostrativi, possessivi. Ovviamente è possibile crearne un’estensione che comprenda frasi con altri tipi, ma a me pare che già questi quattro siano sufficienti alla scuola primaria.
Il funzionamento è semplice. Il barattolo è dotato di 4 mollette da bucato di legno, su ognuna delle quali ho scritto “qualificativo”, “indefinito”, “dimostrativo”, “possessivo”. Io ne ho messe 8, in realtà, in modo da dare la possibilità a due bambini/e di usarlo contemporaneamente.
Altra accortezza: in ogni frase ci può essere un aggettivo o due, ma di tipo diverso.
Questo gioco è una specie di semplicissima “battaglia navale”, che ha lo scopo di trovare i nomi in una lista di parole.
In pratica ogni giocatore tiene in mano una scheda gioco sulla quale sono scritte dieci parole, delle quali cinque sono nomi. Contemporaneamente custodisce il controllo della scheda del compagno.