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Leggi numeri grandi

Autrice: maestra (Emi)Lia Venturato

Uno strumento per imparare a leggere i numeri con i milioni e i miliardi.

Insieme allo strumento murale ‘Leggi numeri‘ e al gioco ‘Io leggo tu scrivi (milioni e miliardi)‘ utilizzo in classe questo strumento plastificato in cui i bambini a coppia, o a piccoli gruppi, si esercitano a leggere i numeri grandi.

Una bambina/o scrive delle cifre a caso sullo strumento, utilizzando un pennarello cancellabile, l’altra/o legge il numero che è venuto fuori, intervallando le triplette numeriche con il ‘nome dei punti’.

Potete trovare qui il file per realizzare due strumenti.

È consigliabile fare le pieghe prima di plastificare in modo che dopo vengano più precise.

Io leggo tu scrivi – milioni e miliardi

Autrice: maestra (Emi)Lia Venturato

Imparare a leggere e a scrivere i numeri con milioni e miliardi.

Dopo aver lavorato con la classe con lo strumento murale ‘Leggi numeri‘ ho inserito nel piano di lavoro una  nuova versione di ‘Io leggo, tu scrivi’.

Sulla falsa riga degli altri strumenti “Io leggo tu scrivi – le cifre” , che servivano per imparare a scrivere i primi numeri (entro 10, entro 20 ed entro 100) ho preparato per le mie alunne ed alunni delle carte per imparare a leggere e scrivere i numeri grandissimi che stiamo affrontando quest’anno.

Si tratta di un gioco semplice che però permette di fare esercizio senza grandi fatiche e confrontandosi tra pari.

Una persona legge il numero ad esempio: ‘cinquecentomiliardi-trecentocinquantatremilioni-seicentotrentaduemila virgola trecentosessantacinque’.

L’altra (o le altre) lo scrivono in cifre sul quaderno. Dopo si controlla se è stato scritto bene ed eventualmente si cerca di capire se l’errore è avvenuto nel momento della lettura oppure della scrittura.

Per esercitarsi, insieme alla maestra oppure a coppia, prima di affrontare questo gioco è possibile usare il “Leggi numeri grandi“.

Il file per preparare il file lo potete scaricare qui nella versione con le classi numeriche separate da puntiqui quello nella versione con gli apostrofi come separatori.

Leggi numeri – murale

Autrice: maestra (Emi)Lia Venturato

Uno strumento per la classe per numeri grandi ed equivalenze.

Lo strumento che vi presento qui non è esattamente da ‘piano di lavoro’ anche se è propedeutico all’uso di altri strumenti più idonei al lavoro autogestito.

Questo strumento mi serve per farli imparare a:

  • leggere i numeri via via sempre più grandi
  • fare le equivalenze spostando la virgola
  • capire che la stessa cosa vale per qualsiasi unità di misura

Non amo usare le marche u, da e h fino a che i bambini sono piccoli perché le trovo confondenti e preferisco decisamente utilizzare le parole estese UNITÀ, DECINA E CENTINAIO.

Quando finalmente i bambini si sono abituati a lavorare con questi concetti, e passiamo alla classe delle migliaia, invece, comincio ad usarle. Serviranno molto, successivamente, nel lavoro con le misure e con i numeri davvero grandi.

Presento le marche, attaccandole lungo una linea (stecca di legno oppure filo teso), separate in classi grazie ai punti (su cui è scritta anche la parola che ci dice ‘come si legge quel punto’):

  • il primo punto che incontriamo, spostandoci verso sinistra, si legge ‘mila’
  • il secondo si legge ‘milioni’
  • il terzo si legge ‘miliardi’

Quando poi introduco le unità di misura metto sopra la ‘u’ il simbolo dell’unità di misura e poi attacco l’unità di misura sotto alle varie marche.

Si formano così i grammi, decagrammi, ettogrammi, ecc.

Ci tengo molto a far capire loro che il ‘giochino’ è sempre lo stesso, sia che si parli di numeri qualsiasi oppure di metri, di grammi, di euro, di… struzzi!

Gli struzzi sono una specie di fissazione mia, non fateci caso; è la mia unità di misura preferita. Quando un bambino mi risponde ad un problema con una frase del tipo: ‘la mamma in tutto spende 150’, intervengo sempre chiedendo: ‘150… cosa? 150 struzzi?’.

E così, nelle mie classi, sono ormai nota per gli struzzi. Per questo troverete nelle stampe anche gli struzzi, da inserire attaccati sotto i prefissi così da formare le migliaia di struzzi, le centinaia di struzzi, le decine di struzzi, gli struzzi, i decimi di struzzi, e via così.

Trovate qui il file per stampare i cartelli con i prefissi e con le unità di misura (palline, struzzi, euro, metri, litri e grammi) fino alla classe delle migliaia.

Qui invece quello con i prefissi di milioni e miliardi per la quinta.

Dopo aver lavorato con questo strumento murale è possibile inserire nel piano di lavoro altri strumenti quali il ‘Io leggo tu scrivi (milioni e miliardi)‘ oppure il ‘Leggi numeri grandi‘.

Il resto è giusto!

Autrice: maestra (Emi)Lia Venturato

Imparare a calcolare il resto a mente

Ho un compagno che per quasi tutta la vita ha avuto una gelateria e ha conosciuto i miei allievi guardandoli da dietro al bancone.

Fa parte delle persone che, anche se vivono fuori dall’ambiente scolastico, hanno spontaneamente atteggiamenti educativi e, per quanto giocando, ha sempre spinto all’uso del ‘per favore’, del ‘grazie’, del ‘vorrei’ e ha spesso preteso dai più grandicelli che calcolassero il resto in autonomia.

Tornando a casa mi ha spesso fatto notare come, senza carta e penna, bambini e bambine fossero in notevole difficoltà a fare i conti. Questo, insieme a molte altre cose che vedo in classe e fuori, mi ha spinto a lavorare sempre di più sul calcolo mentale. In effetti è l’unico che serve davvero: i calcoli complicati li faranno con calcolatrici e computer nella loro vita, come tutti noi.

Ecco che da un po’ di tempo mi girava in mente l’idea di uno strumento per giocare a calcolare il resto. Non lo nascondo, la speranza era che i miei alunni potessero stupire anche il gelataio!

Non è un lavoro facile calcolare il resto: prevede l’uso di differenti strategie e anche la capacità di sceglierle in base ai singoli casi. Mi è sembrato utile quindi preparare questo strumento in cui a coppie (ma anche da soli come allenamento individuale) fosse possibile affrontare tanti calcoli mentali in breve tempo, divertendosi.

Sarà interessante riflettere con la classe su quali strategie, trucchi, procedure sono state usate.

La correzione è demandata alla calcolatrice. Anche qui sarà interessante ragionare su quali operazioni possono essere impostate per valutare se il calcolo è corretto. Ce n’è una sola? Ci sono differenti modi?

L’ho pensato come uno strumento con tempi lenti, ognuno ci mette quanto serve a calcolare e questo deve essere rispettato dagli altri; l’importante è arrivare al calcolo corretto e magari raccontarsi il procedimento. Certo, via via che diventeranno bravi, potranno decidere di munirsi di clessidra e inserire anche il fattore velocità in questa sfida. A loro la scelta.

Il file per costruire lo strumento lo potete scaricare qui.

Angoli in trasparenza

Autrice: maestra (Emi)Lia Venturato

Angoli da confrontare e con cui costruire poligoni.

Poligono: tanti angoli

Partendo da questa definizione letterale di poligono mi è venuto in mente, ormai parecchi anni fa (non li avevo però inseriti nel nostro strumentario), un modo per riutilizzare parte dei ritagli di plastificazione che continuo a non voler buttare via, certa che a qualcosa potranno servire.

Ho disegnato sui ritagli trasparenti (utilizzando un pennarello fine indelebile) degli angoli, di differente ampiezza, con segmenti lunghi oppure corti. Li ho presentati alla classe durante il lavoro sul concetto di angolo e ci sono serviti per osservarli, confrontarli con angoli veri presenti nel nostro mondo, ecc.

La trasparenza facilita il confronto tra angoli differenti e anche il confronto tra quelli maggiori o minori dell’angolo retto.

In un secondo momento ci siamo divertiti a costruire poligoni come sovrammissione di angoli, così da capire davvero cosa volesse dire questa parola.

Attaccando al banco gli angoli con della gommapane e poi ricalcando con la carta velina abbiamo familiarizzato con il concetto di poligono partendo da quelli irregolari, cercando di evitare la strada, che a mio parere crea preconcetti difficili da smontare successivamente, di una prima conoscenza dei poligoni attraverso le loro forme regolari.

Per costruire questo strumento non posso fornirvi file, dovete raccogliere ritagli di plastificazione e inventarvi gli angoli che volete, disegnandoli con un pennarello indelebile. Forse, volendo migliorare il lavoro che ho fatto io, i segmenti possono essere disegnati con la fine tratteggiata, a sottolineare la loro natura di semirette.

La licenza è sempre la stessa…

Che triangolo sono?

Autrice: maestra (Emi)Lia Venturato

Un gioco per osservare triangoli diversi e imparare a classificarli

Durante i miei anni di insegnamento ho spesso notato che le bambine e i bambini delle mie classi facevano fatica a riconoscere in qualsiasi poligono di tre lati un triangolo.

Per loro il triangolo era, inizialmente, solo quello equilatero, meglio se posizionato con una delle basi orizzontalmente al loro punto di vista; in pratica questo:

Credo che il problema stia nella presentazione che di questa forma geometrica si fa fin dalla prima infanzia. I primi libri da bambini presentano il triangolo come figura regolare, insieme a cerchio e quadrato. Mentre, però, il cerchio e il quadrato sono effettivamente figure regolari, di triangoli ne esistono molti altri.

Senza volere si costruisce, a mio parere, un preconcetto riguardo ai triangoli, che poi non è semplicissimo superare.

Lavorando con libri scolastici i bambini arrivano a considerare come triangoli anche un triangolo isoscele con il lato diverso (e minore) posto come base oppure, con più fatica, un triangolo scaleno che abbia il lato più lungo usato come base.

Il più delle volte vengono infatti presentate tre forme di triangoli orientate sempre nello stesso modo. Si incontrano: scaleno, isoscele ed equilatero, rigorosamente appoggiati sulla solita base (quella minore per l’isoscele, quella maggiore per lo scaleno).

Il lavoro pratico con le stecche unite da fermacampioni per costruire poligoni, quello con le cannucce, quello con il geopiano, quello con gli angoli in trasparenza, ecc. hanno migliorato decisamente la situazione.

Dopo un periodo di scoperta con i materiali concreti, ho sentito il bisogno di uno strumento che permettesse ai bambini di esercitarsi in autonomia nell’osservazione e nella classificazione dei triangoli.

Ho deciso quindi di costruire questo strumento, utilizzando vari triangoli orientati in modo differente sul piano, così da consolidare l’idea che, con tanta fatica, si era finalmente costruita nelle loro teste. Il software Geogebra mi ha aiutato nel lavoro.

Potete scaricare da qui il file per costruire lo strumento.

Carte delle frazioni e dei numeri decimali

Autrice: maestra (Emi)Lia Venturato

Un gioco di esercizio per trasformare le frazioni decimali in numeri decimali e viceversa.

Sulla falsa riga delle carte che usavo per il gioco dell’oca e per i giochi veloci di calcolo (vedi Gioco dell’oca matematico – livello baseGioco dell’oca matematico – livello avanzato e Carte delle tabelline) ho realizzato delle carte che hanno da una parte la quantità espressa in frazione decimale e dall’altra la stessa quantità espressa in numero decimale.

Si gioca in vari modi, come allenamento personale, sfidandosi a coppie o piccoli gruppi, scrivendo sul quaderno oppure facendo tutto a voce.

Il file per realizzare lo strumento lo trovate qui.

Sfida in gradi

Autrice: maestra (Emi)Lia Venturato

Per esercitarsi a disegnare angoli con il goniometro.

Oltre allo strumento di misura degli angoli (Goniometro in mano) ho avuto bisogno di uno strumento per aiutare i bambini a disegnare degli angoli potendo autocorreggere il proprio lavoro.

Per l’autocorrezione ho utilizzato delle pouches da plastificatrice formato A6, disegnando gli angoli sulla faccia interna di uno dei fogli plastificati (prima di plastificare). Gli angoli li ho ricalcati dalle schede di Goniometro in mano.

Le strisce-comando danno indicazioni di quale angolo disegnare sul quaderno. Finito il lavoro, con il blocchetto di soluzioni trasparenti, per sovrapposizione si verifica se l’angolo disegnato sia davvero dell’ampiezza corretta.

Il file per realizzare la busta e le strisce-consegna lo trovate qui. La correzione va preparata a mano 🙂

Goniometro in mano

Autrice: maestra (Emi)Lia Venturato

Esercitarsi a misurare gli angoli con il goniometro in autonomia.

La mia classe si è avventurata nell’uso del goniometro con gioia e divertimento, dandomi grandi soddisfazioni. La difficoltà di seguirli tutti in contemporanea, mentre posizionano il goniometro e scelgono la scala da leggere in base al verso (orario o antiorario), mi ha reso però un po’ complicato il lavoro.

Dopo un periodo in cui ho spiegato l’uso del goniometro a piccoli gruppi, utilizzando goniometri con il braccio girevole che mi hanno aiutato molto, ho pensato di realizzare uno strumento autocorrettivo con cui loro potessero esercitarsi senza il mio aiuto, magari insieme ad una compagna o ad un compagno.

Ecco che è nato ‘Goniometro in mano‘, una serie di schede con disegnati degli angoli da misurare e da classificare (nullo, acuto, retto, ottuso, piatto, concavo, giro). La correzione è sul retro della scheda.

Lo strumento potete scaricarlo qui.

MACCHINA MATEMATICA DELLE DIVISIONI

Ideatrice: Pina Leporanico

MATERIALI per costruire lo strumento:

balza di legno base 1 metro altezza 70 cm
2 piste di legno
150 (circa) biglie di vetro
10 chiodi
10 cartellini
spago colorato
10 barattolini di latta
10 pezzi di plastica trasparente (cannula da innaffiatoio con lo stesso diametro delle biglie)
pennarelli
colla
velcro
numeri plastificati
tempera per decorazion

PROCEDIMENTO per costruire lo strumento:
Si uniscono due piste di legno inclinandole leggermente, quindi si collocano delle biglie su di esse e si contrassegna la distanza tra le biglie con dei pennarelli colorati. Successivamente, si creano 10 blocchetti numerati da 1 a 10. Ogni volta che una biglia viene inserita nel tubicino, si solleva un cartellino. I cartellini sono sostenuti da chiodi per mantenerli in posizione verticale, mentre sotto di essi sono presenti tubi di plastica trasparenti e barattolini di alluminio. Nell’angolo in alto a destra c’è una striscia di velcro dove vengono attaccati i numeri relativi alla divisione e un grande “R” per eventuali resti.

Come si svolge il gioco:

Per eseguire la divisione, ad esempio 18 ÷ 5, seguiamo questi passaggi:

  1. Sul nastro di velcro scriviamo l’operazione di divisione utilizzando numeri plastificati.
  2. Sul supporto di legno posizioniamo le biglie corrispondenti al dividendo, che nel nostro caso sono 18.
  3. Dobbiamo distribuire le biglie nei bicchierini, che saranno 5 in questo caso, in base al divisore. Ogni volta che inseriamo una biglia in un bicchierino, la facciamo passare attraverso il tubo e solleviamo il cartellino per tenere traccia del numero di biglie contenute in ogni bicchierino.
  4. Utilizziamo i primi cinque barattoli poiché stiamo dividendo per 5. Alla fine, in ogni barattolo troveremo la soluzione, che in questo caso sarà di 3 biglie, e i cartellini indicheranno tutti lo stesso numero.
  5. Sulla pista di legno rimarranno le biglie che rappresentano il resto, che in questo caso sono 3.
  6. Prendiamo il numero plastificato che rappresenta il resto e lo attacchiamo vicino alla lettera “R”.

Questo strumento può essere impiegato in concomitanza con schede di lavoro sulla divisione, adattandosi a dividendi di una o due cifre e divisori inferiori a 10.