Archivi categoria: matematica

Memory

Ideatrice: Rita Di Ianni

Questo è un gioco classico, il memory dei numeri fino a 20, ben noto a bambini e ragazzi. Le carte vengono disposte casualmente sul tavolo con il lato coperto rivolto verso l’alto. Ogni giocatore può scoprire due carte per turno.

Le carte sono suddivise in due gruppi distinti:

•  Da una parte, troviamo i numeri rappresentati nel sistema indo-arabico (gestiti con la mano destra).

•  Dall’altra, ci sono le carte con rappresentazioni analogiche dei numeri, illustrate attraverso animali di dimensioni diverse (gestite con la mano sinistra).

L’obiettivo del gioco è associare correttamente ogni numero scritto in codice indo-arabico con la corrispondente quantità rappresentata in modo analogico. Ad esempio, se un giocatore scopre una carta numerica da un lato (ad esempio, il numero “7”), dovrà trovare la carta che mostra sette animali dall’altro lato.

Si può iniziare a giocare con i numeri da 1 a 10, per poi includere progressivamente quelli fino a 20. Il gioco è autocorrettivo: ogni carta presenta un elemento geometrico centrale che, quando l’abbinamento è corretto, si completa perfettamente, fornendo un riscontro immediato sulla validità dell’associazione.

Le carte sono pensate per essere stampate, plastificate e ritagliate. Una volta costruite, possono essere conservate in un sacchetto, pronte per essere usate durante il gioco.

La matrice delle carte è stata ripresa da qui: Minuscolo a cerchi.

Clicca sul pulsante per scaricare il file PDF.

Buon divertimento!

Gara al 100

Segnalazione di: Rita Di Ianni

Questo gioco offre agli studenti l’opportunità di esercitarsi con addizioni, sottrazioni, moltiplicazioni e divisioni mentre provano a raggiungere 100 su una tabella 10×10 numerata da 1 a 100. Il gioco può essere modificato aggiungendo più dadi o usando dadi con più di 6 facce. Gli studenti potranno divertirsi giocando e inventando le proprie regole per un nuovo gioco.

Ogni giocatore a turno lancia due dadi. Le pedine dei giocatori sono posizionate a zero, fuori dal quadrato. Il primo giocatore può scegliere di calcolare la somma, la differenza, il prodotto o il quoziente dei due numeri visualizzati sui dadi. Il primo giocatore sposta quindi la propria pedina su quel numero. 

Gli altri giocatori fanno lo stesso. Al secondo turno il giocatore determina la somma, la differenza, il prodotto o il quoziente del nuovo lancio di dadi. Questo numero viene quindi aggiunto al numero raggiunto nella giocata precedente, e la pedina viene posizionata nel numero raggiunto. Il gioco termina quando un giocatore raggiunge il 100.

Se un giocatore lancia e calcola un numero che non può essere aggiunto all’ultimo numero senza superare i 100, perde il proprio turno. Se il giocatore che ha iniziato per primo arriva a 100, il secondo giocatore ha diritto ad un lancio, la partita può ancora terminare con un pareggio. 

Con il tempo e la pratica i bambini possono scegliere di includere un numero negativo ottenuto prendendo la differenza di due numeri in cui il numero sottratto è maggiore del numero iniziale.

Materiale scaricabile al link: https://www.youcubed.org/tasks/race-one-hundred/.


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Quanto manca al 100?

Segnalazione di: Rita Di Ianni

Abituare gli studenti a includere la componente visiva nelle risposte alle consegne è uno dei punti chiave nel progetto YouCubed. In questo esempio è riportata la moltiplicazione 18×5, e come alcuni degli studenti sono riusciti a scomporla visualizzando diversi risultati che mettono in luce strategie differenti. Si può apprezzare bene qui anche l’importanza della molteplicità delle rappresentazioni della stessa cosa:

Questo tipo di esercitazione apre le porte ad un gioco chiamato Quanto manca al 100? Il gioco necessita del foglio riportato in foto e di due dadi numerati. Si gioca a coppie, uno contro l’altro, condividendo una griglia vuota di 100 caselle. Il primo giocatore lancia due dadi. I due numeri usciti saranno usati  per creare una “griglia moltiplicativa”, ossia un diagramma rettangolo corrispondente alla moltiplicazione dei due numeri, e il giocatore la posizionerà dove vuole sulla tabella del 100. L’obiettivo è riempire la tabella per renderla più piena possibile. Dopo che il giocatore ha disegnato la griglia sulla tabella, scrive in basso la moltiplicazione che descrive la griglia disegnata. Il secondo giocatore lancia a sua volta i dadi, disegna la griglia moltiplicativa e registra la moltiplicazione. 

Il gioco termina quando entrambi i giocatori hanno lanciato i dadi e non possono inserire più griglie moltiplicative. Vince chi ha apposto l’ultima griglia.

Una variazione può essere rappresentata facendo giocare i bambini singolarmente. Ogni bambino può avere la propria griglia numerica. A conclusione si osserva chi è riuscito ad avvicinarsi più a 100.

Materiale scaricabile da https://www.youcubed.org/tasks/how-close-to-100/

Non sai cosa è YouCubed? Puoi leggere questo post.

Leggi numeri grandi

Autrice: maestra (Emi)Lia Venturato

Uno strumento per imparare a leggere i numeri con i milioni e i miliardi.

Insieme allo strumento murale ‘Leggi numeri‘ e al gioco ‘Io leggo tu scrivi (milioni e miliardi)‘ utilizzo in classe questo strumento plastificato in cui i bambini a coppia, o a piccoli gruppi, si esercitano a leggere i numeri grandi.

Una bambina/o scrive delle cifre a caso sullo strumento, utilizzando un pennarello cancellabile, l’altra/o legge il numero che è venuto fuori, intervallando le triplette numeriche con il ‘nome dei punti’.

Potete trovare qui il file per realizzare due strumenti.

È consigliabile fare le pieghe prima di plastificare in modo che dopo vengano più precise.

Io leggo tu scrivi – milioni e miliardi

Autrice: maestra (Emi)Lia Venturato

Imparare a leggere e a scrivere i numeri con milioni e miliardi.

Dopo aver lavorato con la classe con lo strumento murale ‘Leggi numeri‘ ho inserito nel piano di lavoro una  nuova versione di ‘Io leggo, tu scrivi’.

Sulla falsa riga degli altri strumenti “Io leggo tu scrivi – le cifre” , che servivano per imparare a scrivere i primi numeri (entro 10, entro 20 ed entro 100) ho preparato per le mie alunne ed alunni delle carte per imparare a leggere e scrivere i numeri grandissimi che stiamo affrontando quest’anno.

Si tratta di un gioco semplice che però permette di fare esercizio senza grandi fatiche e confrontandosi tra pari.

Una persona legge il numero ad esempio: ‘cinquecentomiliardi-trecentocinquantatremilioni-seicentotrentaduemila virgola trecentosessantacinque’.

L’altra (o le altre) lo scrivono in cifre sul quaderno. Dopo si controlla se è stato scritto bene ed eventualmente si cerca di capire se l’errore è avvenuto nel momento della lettura oppure della scrittura.

Per esercitarsi, insieme alla maestra oppure a coppia, prima di affrontare questo gioco è possibile usare il “Leggi numeri grandi“.

Il file per preparare il file lo potete scaricare qui nella versione con le classi numeriche separate da puntiqui quello nella versione con gli apostrofi come separatori.

Leggi numeri – murale

Autrice: maestra (Emi)Lia Venturato

Uno strumento per la classe per numeri grandi ed equivalenze.

Lo strumento che vi presento qui non è esattamente da ‘piano di lavoro’ anche se è propedeutico all’uso di altri strumenti più idonei al lavoro autogestito.

Questo strumento mi serve per farli imparare a:

  • leggere i numeri via via sempre più grandi
  • fare le equivalenze spostando la virgola
  • capire che la stessa cosa vale per qualsiasi unità di misura

Non amo usare le marche u, da e h fino a che i bambini sono piccoli perché le trovo confondenti e preferisco decisamente utilizzare le parole estese UNITÀ, DECINA E CENTINAIO.

Quando finalmente i bambini si sono abituati a lavorare con questi concetti, e passiamo alla classe delle migliaia, invece, comincio ad usarle. Serviranno molto, successivamente, nel lavoro con le misure e con i numeri davvero grandi.

Presento le marche, attaccandole lungo una linea (stecca di legno oppure filo teso), separate in classi grazie ai punti (su cui è scritta anche la parola che ci dice ‘come si legge quel punto’):

  • il primo punto che incontriamo, spostandoci verso sinistra, si legge ‘mila’
  • il secondo si legge ‘milioni’
  • il terzo si legge ‘miliardi’

Quando poi introduco le unità di misura metto sopra la ‘u’ il simbolo dell’unità di misura e poi attacco l’unità di misura sotto alle varie marche.

Si formano così i grammi, decagrammi, ettogrammi, ecc.

Ci tengo molto a far capire loro che il ‘giochino’ è sempre lo stesso, sia che si parli di numeri qualsiasi oppure di metri, di grammi, di euro, di… struzzi!

Gli struzzi sono una specie di fissazione mia, non fateci caso; è la mia unità di misura preferita. Quando un bambino mi risponde ad un problema con una frase del tipo: ‘la mamma in tutto spende 150’, intervengo sempre chiedendo: ‘150… cosa? 150 struzzi?’.

E così, nelle mie classi, sono ormai nota per gli struzzi. Per questo troverete nelle stampe anche gli struzzi, da inserire attaccati sotto i prefissi così da formare le migliaia di struzzi, le centinaia di struzzi, le decine di struzzi, gli struzzi, i decimi di struzzi, e via così.

Trovate qui il file per stampare i cartelli con i prefissi e con le unità di misura (palline, struzzi, euro, metri, litri e grammi) fino alla classe delle migliaia.

Qui invece quello con i prefissi di milioni e miliardi per la quinta.

Dopo aver lavorato con questo strumento murale è possibile inserire nel piano di lavoro altri strumenti quali il ‘Io leggo tu scrivi (milioni e miliardi)‘ oppure il ‘Leggi numeri grandi‘.

Il resto è giusto!

Autrice: maestra (Emi)Lia Venturato

Imparare a calcolare il resto a mente

Ho un compagno che per quasi tutta la vita ha avuto una gelateria e ha conosciuto i miei allievi guardandoli da dietro al bancone.

Fa parte delle persone che, anche se vivono fuori dall’ambiente scolastico, hanno spontaneamente atteggiamenti educativi e, per quanto giocando, ha sempre spinto all’uso del ‘per favore’, del ‘grazie’, del ‘vorrei’ e ha spesso preteso dai più grandicelli che calcolassero il resto in autonomia.

Tornando a casa mi ha spesso fatto notare come, senza carta e penna, bambini e bambine fossero in notevole difficoltà a fare i conti. Questo, insieme a molte altre cose che vedo in classe e fuori, mi ha spinto a lavorare sempre di più sul calcolo mentale. In effetti è l’unico che serve davvero: i calcoli complicati li faranno con calcolatrici e computer nella loro vita, come tutti noi.

Ecco che da un po’ di tempo mi girava in mente l’idea di uno strumento per giocare a calcolare il resto. Non lo nascondo, la speranza era che i miei alunni potessero stupire anche il gelataio!

Non è un lavoro facile calcolare il resto: prevede l’uso di differenti strategie e anche la capacità di sceglierle in base ai singoli casi. Mi è sembrato utile quindi preparare questo strumento in cui a coppie (ma anche da soli come allenamento individuale) fosse possibile affrontare tanti calcoli mentali in breve tempo, divertendosi.

Sarà interessante riflettere con la classe su quali strategie, trucchi, procedure sono state usate.

La correzione è demandata alla calcolatrice. Anche qui sarà interessante ragionare su quali operazioni possono essere impostate per valutare se il calcolo è corretto. Ce n’è una sola? Ci sono differenti modi?

L’ho pensato come uno strumento con tempi lenti, ognuno ci mette quanto serve a calcolare e questo deve essere rispettato dagli altri; l’importante è arrivare al calcolo corretto e magari raccontarsi il procedimento. Certo, via via che diventeranno bravi, potranno decidere di munirsi di clessidra e inserire anche il fattore velocità in questa sfida. A loro la scelta.

Il file per costruire lo strumento lo potete scaricare qui.

Angoli in trasparenza

Autrice: maestra (Emi)Lia Venturato

Angoli da confrontare e con cui costruire poligoni.

Poligono: tanti angoli

Partendo da questa definizione letterale di poligono mi è venuto in mente, ormai parecchi anni fa (non li avevo però inseriti nel nostro strumentario), un modo per riutilizzare parte dei ritagli di plastificazione che continuo a non voler buttare via, certa che a qualcosa potranno servire.

Ho disegnato sui ritagli trasparenti (utilizzando un pennarello fine indelebile) degli angoli, di differente ampiezza, con segmenti lunghi oppure corti. Li ho presentati alla classe durante il lavoro sul concetto di angolo e ci sono serviti per osservarli, confrontarli con angoli veri presenti nel nostro mondo, ecc.

La trasparenza facilita il confronto tra angoli differenti e anche il confronto tra quelli maggiori o minori dell’angolo retto.

In un secondo momento ci siamo divertiti a costruire poligoni come sovrammissione di angoli, così da capire davvero cosa volesse dire questa parola.

Attaccando al banco gli angoli con della gommapane e poi ricalcando con la carta velina abbiamo familiarizzato con il concetto di poligono partendo da quelli irregolari, cercando di evitare la strada, che a mio parere crea preconcetti difficili da smontare successivamente, di una prima conoscenza dei poligoni attraverso le loro forme regolari.

Per costruire questo strumento non posso fornirvi file, dovete raccogliere ritagli di plastificazione e inventarvi gli angoli che volete, disegnandoli con un pennarello indelebile. Forse, volendo migliorare il lavoro che ho fatto io, i segmenti possono essere disegnati con la fine tratteggiata, a sottolineare la loro natura di semirette.

La licenza è sempre la stessa…

Che triangolo sono?

Autrice: maestra (Emi)Lia Venturato

Un gioco per osservare triangoli diversi e imparare a classificarli

Durante i miei anni di insegnamento ho spesso notato che le bambine e i bambini delle mie classi facevano fatica a riconoscere in qualsiasi poligono di tre lati un triangolo.

Per loro il triangolo era, inizialmente, solo quello equilatero, meglio se posizionato con una delle basi orizzontalmente al loro punto di vista; in pratica questo:

Credo che il problema stia nella presentazione che di questa forma geometrica si fa fin dalla prima infanzia. I primi libri da bambini presentano il triangolo come figura regolare, insieme a cerchio e quadrato. Mentre, però, il cerchio e il quadrato sono effettivamente figure regolari, di triangoli ne esistono molti altri.

Senza volere si costruisce, a mio parere, un preconcetto riguardo ai triangoli, che poi non è semplicissimo superare.

Lavorando con libri scolastici i bambini arrivano a considerare come triangoli anche un triangolo isoscele con il lato diverso (e minore) posto come base oppure, con più fatica, un triangolo scaleno che abbia il lato più lungo usato come base.

Il più delle volte vengono infatti presentate tre forme di triangoli orientate sempre nello stesso modo. Si incontrano: scaleno, isoscele ed equilatero, rigorosamente appoggiati sulla solita base (quella minore per l’isoscele, quella maggiore per lo scaleno).

Il lavoro pratico con le stecche unite da fermacampioni per costruire poligoni, quello con le cannucce, quello con il geopiano, quello con gli angoli in trasparenza, ecc. hanno migliorato decisamente la situazione.

Dopo un periodo di scoperta con i materiali concreti, ho sentito il bisogno di uno strumento che permettesse ai bambini di esercitarsi in autonomia nell’osservazione e nella classificazione dei triangoli.

Ho deciso quindi di costruire questo strumento, utilizzando vari triangoli orientati in modo differente sul piano, così da consolidare l’idea che, con tanta fatica, si era finalmente costruita nelle loro teste. Il software Geogebra mi ha aiutato nel lavoro.

Potete scaricare da qui il file per costruire lo strumento.

Carte delle frazioni e dei numeri decimali

Autrice: maestra (Emi)Lia Venturato

Un gioco di esercizio per trasformare le frazioni decimali in numeri decimali e viceversa.

Sulla falsa riga delle carte che usavo per il gioco dell’oca e per i giochi veloci di calcolo (vedi Gioco dell’oca matematico – livello baseGioco dell’oca matematico – livello avanzato e Carte delle tabelline) ho realizzato delle carte che hanno da una parte la quantità espressa in frazione decimale e dall’altra la stessa quantità espressa in numero decimale.

Si gioca in vari modi, come allenamento personale, sfidandosi a coppie o piccoli gruppi, scrivendo sul quaderno oppure facendo tutto a voce.

Il file per realizzare lo strumento lo trovate qui.