Il Piano di lavoro

Due e due non fanno sempre quattro.
Il tre non viene per forza dopo il due.
Il bambino può benissimo arrivare alla sommità della scala senza salire metodicamente gradino per gradino.

Céléstine Freinet

Bambini e bambine di prima durante il piano di lavoro

Gli strumenti presenti in questo sito possono essere usati in mille modi. La scelta di quale organizzazione didattica sia la migliore per la propria classe, per quel determinato tempo e in quel determinato spazio ricade sul team insegnante, l’unico che conosce tutti i dati per poter fare la scelta migliore. Tuttavia il focus delle scelte di cosa inserire nello Strumentario ha le sue radici in una tecnica specifica che prende il nome di Piano di lavoro individualizzato. Si tratta di un’invenzione di Celestin Freinet pensata e praticata in un tempo rispetto ad ora remoto. I tempi sono molto cambiati e pertanto ne è cambiata l’attuazione, ma l’idea continua a brillare. Pur all’interno di una classe cooperativa, in cui si impara insieme, ogni bambino e ogni bambina ha il suo tempo, il suo stile, le sue difficoltà. È quindi necessario che l’apprendimento sia individualizzato e consapevole.

Immaginate una classe in cui, in alcuni momenti della giornata o della settimana, ognuno farà un lavoro diverso dagli altri, quello che maggiormente gli serve, quello che maggiormente lo mette alla prova, quello che maggiormente lo stimola. Ecco: avete davanti la realizzazione pratica del piano di lavoro.

E se ben guardate, tra teste e corpi intenti al loro massimo impegno, troverete anche la maestra o il maestro, con un piccolo gruppo, a rispiegare una procedura difficile, ad approfondire un concetto complesso, a rimettere in pari alcuni ritardatari. A fare quello che normalmente riusciamo a mettere in atto solo durante le compresenze, quando un collega “sta con la classe”.

Ma una classe durante il piano di lavoro non ha bisogno di un collega. È una classe autogestita, nella quale ognuno ha ben chiaro quali siano i confini delle sue possibili scelte, i suoi obiettivi da raggiungere e i materiali che può usare.

E così chiudiamo il cerchio. Servono i materiali, individuali autocorrettivi, a coppie a piccolo gruppo. Una volta bisognava copiarseli dal collega. Ora invece basta usare la ricerca interna dello Strumentario!

PER APPROFONDIMENTI

  • FORMAZIONE – Sono attivi gruppi di sperimentazione e ricercazione sul piano di lavoro seguiti da noi nelle province di Ancona, Belluno, Bergamo, Pisa, Roma, Terni, Trento. Se sei interessato a metterti in contatto o ad organizzare una formazione nella tua provincia, scrivici.
  • PIANO DI LAVORO – Per una presentazione generale sul piano di lavoro puoi leggerti la pagina dedicata su questo blog. Se vuoi approfondire maggiormente, ti consigliamo il sito di Enrico Bottero, pedagogista esperto in tecniche di scuola cooperativa.
  • STRUMENTI – Gli strumenti di questo blog sono accessibili a tutti e tutte, con licenza creative commons. La ricerca è possibile per parola chiave, per tag o per categoria. In particolare ogni strumento è collegato ad una o più classi di età, al modo di utilizzo (individuale, coppie o gruppo) e al tipo di attività proposta (autocorrettiva, gioco o a sviluppo aperto).
  • GESTIONE – La gestione del piano di lavoro non è semplice. Lo spazio deve essere sistemato in modo funzionale. Il tempo deve essere adeguatamente organizzato. Il sistema dei brevetti deve essere impostato. Devono essere attivati sistemi di registrazione delle attività e di autovalutazione.

ARTICOLI

Classe cooperativa e apprendimento matematico individualizzato con il piano di lavoro

a cura di Rita Di Ianni e Antonio Pellicori è stato pubblicato su DdM – Didattica della Matematica ed è possibile leggerlo al seguente link.

L’articolo racconta l’esperienza dell’introduzione del piano di lavoro matematico in due classi quinte della scuola primaria, con riflessioni di contesto e di metodo.

Il racconto parte dalla descrizione dello strumento del piano di lavoro e procede con l’introduzione per gradi di questa pratica in classe e la sua articolazione negli spazi e tempi, cui fa seguito l’illustrazione del percorso della classe attraverso alcune esperienze significative collegate al problem solving.

Si prende in considerazione, infine, l’evoluzione nel tempo degli atteggiamenti dei bambini verso la matematica, con alcune riflessioni in chiusura sulle possibilità d’uso dello strumento anche dopo la scuola primaria. Buona lettura!