Mi sono trovato a dover fronteggiare un problema che si ripete puntualmente ad ogni ciclo. Bambini e bambine che usano correttamente il punto fermo da anni, una volta scoperta la virgola sembrano dimenticarne l’uso e a confonderlo con il nuovo segno. Ma la virgola è “più figa” del punto o è proprio un segno con una funzione diversa?
Dopo averci giocato insieme con i confronti dei testi e di come l’uso della virgola possa modificare il senso di un discorso, ecco qui un esercizio di consolidamento. Sono due frasi diverse (buon vecchio punto), oppure si tratta di una sola frase con dei “cambi di tono” e delle parti aggiunte (virgola)?
Le istruzioni per la costruzione, l’utilizzo e la licenza si trovano qui: ISTRUZIONI E LICENZA
Il virgolaio è un semplice esercizio sulla virgola come segno che divide la parte principale di una frase da una sua secondaria non necessaria o da un inciso. Si tratta di un esercizio fonologico, non grammaticale. I bambini sono invitati a pronunciare la frase alla ricerca di “cambi di tono” nella voce.
Esercizio autocorrettivo di ortografia e di attenzione
Si tratta di uno strumento che Io ho visto per la prima volta alla Fabbrica degli Strumenti delle scuole Senza Zaino. È l’oggetto più semplice del mondo, ma, vi garantisco, per quanto possa sembrare assurdo, decisamente efficace.
Il bambino pesca una parola, la osserva bene e poi, senza guardare, la riscrive.
Direte voi: “Ma come? Se l’ha appena vista, scriverà sicuramente in modo corretto!”
Beh, vi garantisco che non avviene. Evidentemente il bambino usa uno schema metafonologico preesistente in barba a quello che ha appena visto. L’autocorrezione però porta a riconsiderare il proprio schema mentale… Oddio, non so se è proprio così, ma di fatto l’ortografia migliora!
Esercizio metafonologico autocorrettivo sull’accento tonico e grafico
Questo esercizio serve a ragionare in modo metafonologico sul concetto di accento tonico (e di conseguenza grafico).
Su ogni tessera c’è una parola. Il bambino la legge in tutti i modi nei quali è possibile, cioè facendo cadere l’accento tonico sulle varie vocali, alla ricerca di parole dotate di senso.
Se trova un accento tonico all’interno della parola, metterà la molletta RIMBALZA. Se trova senso nell’accento tonico sull’ultima vocale, metterà la molletta ROTOLA. Spesso sono possibili entrambe le soluzioni. Controllate bene le parole. I miei alunni e le mie alunne mi hanno segnalato vari errori nelle tessere e non sono affatto sicuro di averli corretti tutti!
Qui trovate le istruzioni per costruirlo, le accortezze per usarlo e la licenza: istruzioni e licenza
Trovate le tessere dell’esercizio qui: FRONTE e RETRO
Esercizio autocorrettivo sulle proprietà grammaticali dei nomi propri e comuni
Questo esercizio è decisamente simile ad una scheda di analisi grammaticale, ma focalizzata solo sui nomi propri e comuni.
Su ogni tessera c’è un nome. In basso due caselle indicano PROPRIO o COMUNE. Il bambino mette la sua molletta sulla caratteristica che ritiene corretta e poi ruota a carta per controllare la sua risposta.
Qui trovate le istruzioni per costruirlo, le accortezze per usarlo e la licenza: istruzioni e licenza
Autrici: maestre (Emi)Lia Venturato e Lisa Salvetti
Per lavorare in completa autonomia con le addizioni e le sottrazioni entro il 20
Questo strumento nasce dalla necessità di far lavorare in totale autonomia soprattutto una parte della classe: quella dei veloci e più autonomi. Questo mi permette di conservare del tempo per chi va un po’ più lento o, semplicemente, ha più bisogno di me accanto.
Niente toglie di utilizzarlo per un lavoro a coppie o a piccolo gruppo distribuendo i ruoli di ‘estrattore di carte’, ‘scrittore di operazioni’, ‘calcolatore di risultati’, ‘consultatore della tabella del Signor +’. Questo dipende molto dal lavoro che si intende fare con la classe.
Abbiamo poi introdotto la tabella a doppia entrata (con vari giochi) e ci siamo divertiti a compilare insieme la tabella del Signor + e del Signor -.
Nel primo periodo ho lavorato solo col Signor + ma metto qui tutto quanto, considerando che ci vuole un po’ di tempo per affrontare anche il lavoro sulla sottrazione.
Armàti di carte da gioco (senza figure né jolly) e della nostra tabella ci siamo potuti avventurare nel gioco in autonomia, aiutati dallo strumento plastificato.
Autore: maestro Luca Randazzo (da Ilaria Pagni, Comprensione e produzione verbale, Erickson)
Esercizio di lettura e comprensione figurata
Piccole storie: comprensione figurata e riordino sequenze
Questo gioco è una trasposizione adatta al piano di lavoro, alle rotazioni e alle attività di peer tutoring di un libro che di per sé è già perfetto. Si tratta di Ilaria Pagni, Comprensione e produzione verbale, Erickson. Per poter procedere alla creazione del gioco, è necessario comprare il libro. Potete farlo con la Carta del Docente… oppure con l’adozione alternativa al libro di testo! L’attività contiene un testo da leggere, delle domande con risposta figurata e delle sequenze da riordinare.
Esercizio autocorrettivo sulle proprietà grammaticali dei nomi
Questo esercizio è decisamente simile ad una scheda di analisi grammaticale, ma focalizzata solo sui nomi.
Su ogni striscia c’è una frase. In fondo, tra parentesi, un numero che indica quanti nomi siano contenuti nella frase. Sul quaderno il bambino deve scrivere il nome con le sue caratteristiche principali: maschile/femminile, singolare/plurale, proprio/comune.
Qui trovate le istruzioni per costruirlo, le accortezze per usarlo e la licenza: istruzioni e licenza
Un esercizio autocorrettivo sull’uso del verbo avere
H, ci vuole o non ci vuole?
Si tratta di un esercizio individuale sull’uso dell’H. Creato da Eleonora Biddle, è stato poi ampliato da me con altre schedine.
Direte: e che differenza c’è con una scheda? Volete mettere quanto è più divertente attaccare la molletta e girare la schedina per cercare il pallino verde?
Trovate le istruzioni per la costruzione, l’uso e la licenza QUI