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Scrivo il numero

Autrice: Rita Di Ianni

Il gioco, facile da realizzare , si basa su una serie di schedine stampate fronte-retro. Su ogni schedina è riportato lo stesso numero, scritto sia in cifre che in lettere.

Per giocare, basta pescare una carta, completarla utilizzando un pennarello cancellabile e poi verificare il risultato semplicemente girando la schedina.

Per una maggiore durata, si consiglia di stampare le schedine fronte-retro su carta resistente, plastificarle e realizzare un pratico contenitore, magari riutilizzando una scatola di cartone personalizzata.

Il calzino dei miliardi

Autrice: Rita Di Ianni

Ricordate il calzino arcobaleno?
https://www.pianodilavoro.org/2021/11/07/il-calzino-arcobaleno/
Quest’anno insegno in quinta e ho pensato di adeguare il materiale che avevo in modo da poter costruire numeri grandissimi.

Procurarsi un calzino dai colori vivaci, inserire almeno 12 cifre colorate reperibili in molti negozi di cartoleria; per avere un gioco che presenti una difficoltà più elevata è possibile inserire più cifre zero all’interno del calzino.

Si può giocare in coppia o da soli.

Pescare una cifra alla volta ed inserirla in uno degli spazi a disposizione fino a riempire ogni spazio vuoto (è possibile lasciare spazi sulla sinistra).

Aiutarsi con la tabella per leggere correttamente il numero composto.
Infine scrivere sul quaderno il numero in cifre e lettere.

Equivalenzatore

Autrice: maestra (Emi)Lia Venturato

Uno strumento per aiutarsi nelle equivalenze

Dopo aver lavorato per bene (con esperienze dirette) sulla misura, sui suoi multipli e sottomultipli, si può presentare lo strumento.

L’idea è di lavorare parecchio sul passaggio dalla scrittura matematica al linguaggio e viceversa, in modo da far comprendere il senso delle marche delle misure (e quindi dello spostamento della virgola da una all’altra, senza che cambino le cifre).

Si tratta di una striscina di carta che, plastificata, diventa uno strumento individuale.

Ogni bambino può avere il proprio, su cui scrivere il nome.

Le marche sono spaziate tra loro di 0,5 cm per cui, messe sopra un numero scritto, per bene, dentro i quadretti, possono essere posizionate con la marca corretta laddove c’è la virgola. Questo utilizzando, ovviamente, i quadretti da 0,5. In caso diverso… va adeguato lo strumento!

Prerequisiti

Aver lavorato un po’ sulla lettura dei numeri decimali con le marche, facendo scrivere sul quaderno tabelle tipo questa:

Il numero…

… si legge in italiano…

3,24 m

“3 metri e 24”

123,50 €

“123 euro e 50”

1,256 l

“1 litro e 256”

258 m

“258 metri”

Questo al fine di far capire dove va la marca: la marca va prima della virgola (e quando la virgola non c’è va alla fine del numero, perché la virgola, in realtà è nascosta lì ma non ha senso dire ‘e zero’).

Come si usa

3,21 m = …. dm

Si legge il numero: “3 metri e 21”, si capisce che ‘metri’ va sul 3.

Si posiziona lo strumento con i metri al posto giusto:

Si osserva lo strumento, notando che i dm sono sopra il 2. Si legge il numero in decimetri:

“32 decimetri e 1”

Ora si può scrivere il risultato

3,21 m = 32,1 dm

Scarica qui il file con gli strumenti..

Scarica qui una scheda di esercizio con autocorrezione. Lo strumento può essere sempre usato anche con esercizi sul quaderno, purché scritti con precisione nei quadretti da 0,5 cm.

Punti speciali

Autrice: Ilaria Rametta (10 anni)

Punti speciali
(nella versione artigianale creata da Ilaria)

Ho voluto creare questo esercizio per ripassare: il punto interrogativo, il punto esclamativo e il punto classico. In questo modo i bambini possono esercitarsi, ripassare e scrivere più e più volte. L’esercizio funziona così: tu prendi una frase, la scrivi sul quaderno, mettendo alla fine uno dei vari punti, poi giri e controlli (se è sbagliata correggi).

Si può anche usare senza ricopiare la frase: direttamente con le mollette.

Che cos’è?

Autrice: maestra (Emi)Lia Venturato

Un gioco con foto di elementi naturali che stimola l’osservazione e la classificazione scientifica

Si gioca a coppie, o in piccolo gruppo (anche se alcuni amano esercitarsi da soli, qualche volta). A turno si guarda una foto e si dice: nome, vivente/non vivente, regno di cui fa parte. Un punto per ogni risposta corretta. Sul retro c’è l’autocorrezione fatta con i colori corrispondenti allo schema con cui sono state presentate le categorie.

Giocare ad indovinare, imparare nomi nuovi, esercitare la memoria e la capacità logica, senza far tanta fatica…

Ebbene sì, si può fare tassonomia (che parolona!) alla scuola primaria, divertendosi e senza saperlo.

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In genere mi limito a brevi spiegazioni per i miei strumenti. Questa volta sento di dover entrare un po’ nel merito del lavoro che c’è a monte.

Cominciare a classificare il mondo intorno a noi, secondo me, è una cosa fondamentale e anche molto divertente per i bambini.

Prima di tutto dobbiamo chiarirci che, alla scuola primaria, ci occuperemo di Scienze Naturali. Tutto ciò che è stato fatto dall’uomo, e quindi si può classificare come artificiale, passa nel campo della tecnologia e lo studieremo in quel contesto. Detesto suddividere in discipline il sapere, ma questo è un caso in cui, a mio parere, la suddivisione è utilissima per chiarire un concetto che non è affatto semplice: cosa è naturale e cosa no.

Qualsiasi oggetto che noi usiamo è fatto con materiali naturali. Almeno in origine lo erano, prima di essere trasformati in qualcos’altro. Questo confonde spesso.

Va chiarito bene che, quando si parla di naturale, non si intende che è fatto a partire da sostanze o elementi naturali; altrimenti la plastica sarebbe naturale, visto che è fatta da derivazioni del petrolio (sostanza naturalissima); il tavolo sarebbe naturale perché è fatto con il legno, ecc. In pratica, tutto sarebbe naturale!

No, le cose naturali sono quelle che esisterebbero anche in assenza della specie umana. Non è facile da capire e, a dirla tutta, parecchie cose che riteniamo naturali… passano dall’altra parte. Penso ai cani o alle galline che, nella forma in cui le conosciamo, con le varietà selezionate nel tempo dagli uomini… rientrerebbero negli elementi, almeno parzialmente, artificiali. Non è necessario fare queste distinzioni fini con i bambini; credo però che sia necessario averle in testa noi, mentre lavoriamo, per rispondere ad eventuali domande che, se loro avranno capito… sorgeranno quasi certamente.

È importante chiarire con i bambini che esistono cose artificiali (di cui per scienze non ci occuperemo più e che ‘volano via in una nuvola nel nostro schema’) ed elementi naturali.

Ritengo che sia fondamentale togliere dal campo tutte le cose artificiali, prima di arrivare alla domanda ‘è vivente o no?’. Trovo assolutamente assurda la domanda ‘la sedia è vivente?’. La sedia è artificiale e quindi non ci interessa e non ha senso chiedersi se sia vivente o meno.

Per parlare di viventi è necessario essere entrati nel concetto di ecosistema naturale. Anche se non lo avremo chiamato così (dipende dalla classe), saremo lì dentro, a guardare solo le cose che esistono a prescindere dalla costruzione umana di oggetti o altro.

I viventi sono quelli che:

  • nascono

  • crescono (nel senso che si modificano nel tempo, non obbligatoriamente aumentando le proprie dimensioni; pensiamo ad esempio alle farfalle)

  • possono riprodursi (ci tengo ad usare il ‘possono’, nel senso che hanno la potenzialità di farlo, per non confondere i bambini che magari pensano a persone che non hanno figli – per un motivo o per un altro – rischiando di non considerarli viventi; credo, inoltre, che sia importante  rispettare l’eventuale scelta o situazione personale che porta a non avere figli e che questo vada insegnato fin da piccoli)

  • muoiono

Avrà quindi senso chiedersi: ‘l’acqua è vivente?’ ‘il sasso è vivente?’ ‘il Sole è vivente?’.

Una volta capito che esistono i viventi e i non viventi sarà bello cominciare a suddividere i primi nei vari regni (batteri, funghi, vegetali e animali). La classificazione di questi regni è complessa, ci sono varie linee di pensiero tra gli scienziati; io ho scelto quella che mi sembra più idonea a parlare con bambini della scuola primaria.

Attenzione… i virus non rientrano in nessuno di questi regni. Dopo il coronavirus la domanda sorge sempre. Io rispondo che gli scienziati non sono ancora d’accordo se considerare i virus come viventi o non viventi perché, è vero che si riproducono, ma non riescono a farlo senza usare le nostre cellule, per cui non sono del tutto autonomi. Questo fa sì che qualcuno non li ritenga davvero ‘viventi’. In ogni caso, stanno fuori da questa nostra classificazione in regni.

Anche far sapere ai bambini che non è tutto chiaro, tutto già inscatolato, che anche gli adulti hanno dubbi su dove inserire un elemento, secondo me, è fare scienza davvero.

Ecco che, dopo questo lavoro, che viene riassunto sul quaderno con uno schema colorato che potete trovare qui, si arriva allo strumento ‘Che cos’è’, di cui trovate qui il file.

 

Macchie di caffè

Autrice: Rita Di Ianni

Si gioca a coppie. Ognuno ha una schedina da compilare con un’addizione e una sottrazione. Ogni partecipante ha inoltre due macchie di caffè a disposizione da inserire a piacere nelle due operazioni (una per la sottrazione e una per l’addizione).

I giocatori si scambiano i posti e devono indovinare quale cifra nasconde la macchia posizionata dall’avversario; è possibile scrivere la soluzione pensata direttamente sopra la macchia di caffè.

Nel momento del controllo se un giocatore ha indovinato entrambe le cifre nascoste segna 2 punti, altrimenti 1 o 0. Vince chi a fine tempo ha fatto il punteggio più alto.

Il gioco è stato pensato per essere utilizzato in tutti i livelli di scuola primaria; basta stampare e plastificare il file  adatto alla classe (decine, centinaia, migliaia, numeri con la virgola…).

Per assemblare il gioco si consiglia di stampare e plastificare la busta, costruirla utilizzando semplici attacca-stacca da merceria e del nastro adesivo argentato; stampare, plastificare e ritagliare infine anche le schedine e le macchie di caffè.

Buon divertimento!

Uccelli d’Italia

Autrice: maestra Rita Di Ianni

NEWS: dopo un confronto con la mia collega (maestra e biologa) Lia Venturato ho modificato il file inserendo altri uccelli e correggendo alcune imperfezioni!

Quest’anno ho una seconda molto vivace e curiosa che ben presto si è appassionata ad ogni forma di vita possibile e, dopo aver passato mesi su ragni e insetti di vario tipo, ho pensato di introdurli al mondo degli uccelli con questo appassionante e semplice gioco.

Lo strumento prende spunto dai classici giochi di nomenclatura montessoriana ed è composto da un mazzo di carta raffiguranti alcuni uccelli d’Italia e da un mazzo di cartellini dove in corsivo sono registrati i nomi degli animali.

Le immagini sono state prese dalla banca dati pixabay.com e possono essere utilizzate gratuitamente per uso commerciale e non, su carta e digitale. L’attribuzione non è richiesta.

Lo strumento può essere utilizzato in solitaria, a coppie o in piccolo gruppo.  La struttura del gioco è semplice: i bambini possono provare ad associare la nomenclatura ad ogni foto e girando la carta possono verificare l’esattezza o meno della loro scelta.

Stampare a colori, fronte-retro e plastificare. Tagliare lungo i bordi.

Twister dei verbi

Autore: maestro Luca (adattamento del gioco Twister di proprietà di Hasbro)

Twister dei verbi

Questo gioco nasce da una chiacchierata con la maestra Raffaella, nel giardino della scuola. La riflessione era che la coniugazione dei verbi è un’azione molto concettuale e decisamente poco corporea.

Ecco quindi che ci è venuta in mente la possibilità di usare le gambe per “danzare” tra tempi e persone verbali. Mi sono fatto portare un vecchio Twister da un bimbo e, dopo varie prove sono approdato a questo gioco, che purtroppo non può essere totalmente autogestito da chi lo usa, ma necessita la presenza di un arbitro (che però può anche essere un compagno o una compagna esperta in coniugazioni e tempi verbali.

Tempi verbali per il Twister

Io ho lavorato solo su 6 tempi dell’indicativo: i più utilizzati nei testi liberi dei bambini e delle bambine: presente, imperfetto, futuro semplice, passato prossimo, trapassato prossimo e passato remoto. Ovviamente il gioco è personalizzabile anche con altri tempi, oppure riducendone il numero a 4.

Le persone nel Twister

Ogni colore rappresenta un tempo verbale. Ogni riga rappresenta una persona. Si può giocare in ascolto (cioè è l’arbitro a dire i verbi e i giocatori si muovono di conseguenza) oppure in coniugazione (cioè i giocatori si muovono autonomamente dicendo il verbo coniugato correttamente corrispondente al cerchio colorato scelto).

L’obiettivo è mettere in difficoltà l’equilibrio dei compagni: chi tocca terra con le mani ha perso! Ovviamente ha perso anche chi sbaglia a coniugare il verbo!

Chi perde paga pegno, oppure sta fuori a riposarsi qualche minuto… e poi – via! – la danza verbale ricomincia.

Il Twister è ovviamente un marchio registrato di proprietà della Hasbro.

Carte delle tabelline

Autrice: maestra (Emi)Lia Venturato

Un gioco semplice ma che piace e aiuta la memorizzazione delle tabelline

Questo strumento non è assolutamente nulla di particolare, semplicemente delle carte con su una faccia la tabellina da calcolare e sul retro il risultato.
I bambini le usano per giocare al gioco dell’oca oppure semplicemente per calcolarle a turno e cercare di conquistare un grande numero di carte/punti.

Alcuni bambini le usano anche nel lavoro individuale, come ‘allenamento’ per poi giocare con maggiore sicurezza insieme agli altri, a questo e ad altri giochi.

Puoi trovare il file per costruire il gioco qui.

Linea del tempo

Autore: maestro Luca

Costruzione della linea del tempo collettivo

Questo post riguarda uno strumento molto comune nella scuola: la linea del tempo. In realtà si tratta di un insieme di oggetti che afferiscono ad un obiettivo comune: la capacità costruire la linea e di saper operare su di essa. In particolare coinvolgono la rappresentazione cronologica, la periodizzazione interna alle singole civiltà e gli eventi e le relazioni che coinvolgono più civiltà.

In questo post verranno trattati questi strumenti:

  • la linea del tempo individuale
  • la linea del tempo collettiva
  • la minilinea del tempo
  • numeri romani
Linea del tempo individuale

Linea individuale. Ogni alunno e ogni alunna è bene che crei, durante l’avanzamento della ricerca in ambito storico, la sua linea del tempo (un secolo = 1 cm). Su di essa si rappresentano: la cronologia, gli eventi, i periodi, le relazioni e tutto quello che emerge dal lavoro.

Linea collettiva. Io però trovo utile anche averne a disposizione di una molto più grande (un secolo = 20/25 cm circa). Essa può essere montata durante il piano di lavoro per poterci giocare su. La linea grande è composta da varie parti: la cronologia, le strisce relative alle varie civiltà e diversi cartoncini che indicano situazioni particolari. Nelle istruzioni trovate il dettaglio di come ho fatto io e di un gioco possibile, ma ovviamente ognuno può personalizzare come preferisce i suoi componenti e le attività da fare.

Minilinea del tempo

Minilinea. Ho riscontrato però che, nonostante lo strumento sia stato preparato individualmente e collettivamente, tornandoci anche più volte, il problema principale nel rimontare la linea collettiva in tutte le sue parti sta nell’orientamento iniziale delle strisce. Per questo ho costruito una minilinea come strumento accessorio propedeutico.

Numeri romani. Un altro aspetto propedeutico è quello della numerazione romana dei secoli. Per aiutare la comprensione dei simboli e delle loro relazioni, ho utilizzato due giochi: la linea romana e il trasformanumeri. Trovate la descrizione di questi strumenti nelle pagine a loro dedicate.

Altri strumenti. Per imparare ad operare e ragionare utilizzando la linea del tempo ho creato anche altri strumenti, dei quali si parla in articoli specifici: i quiz in linea, i problemi di fantastoria.