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La macchina della simmetria

Autrice: Clara Susini (8 anni)

Esercitarsi a trovare simmetrie

Una delle suggestioni date ai bambini, per le vacanze tra la seconda e la terza, era stata quella di pensare e costruire uno strumento didattico, come quelli del nostro piano di lavoro.

Clara è arrivata in classe a settembre con la sua macchina della simmetria. L’ha costruita con legno, velcro, cartoncini e plastificatrice.

Durante la terza, in momenti del piano di lavoro, si è dedicata, aiutata da alcune compagne, a scrivere le istruzioni per la costruzione ex novo della sua macchina. Ora è pronta per essere condivisa anche con tutte e tutti noi.

Nota della maestra: il gioco si espande facilmente mettendosi a costruire ulteriori forme simmetriche insieme alla classe, e ne possono venire di molto interessanti.

Potete scaricare le istruzioni per l’uso e la costruzione della macchina, facendo click qui.

La licenza di questo lavoro è Creative Commons BY-NC-SA.

Due frasi

Autore: maestro Luca Randazzo

Due frasi

La segmentazione del flusso sonoro è un bel problema quando si impara a scrivere. Ci sono da distinguere le parole, poi i singoli fonemi… e non finisce qui: bisogna perfino capire quando termina una frase e ne inizia una successiva. Ovviamente per riuscirci bisogna che i bambini si impadroniscano, anche in modo inconsapevole, delle funzioni della punteggiatura: la segmentazione logica (che prelude alla sintassi) e l’intonazione durante la lettura.

Autocorrezione di due frasi

Tanti paroloni didattici, ma alla fine come si fa? Non lo so, ovviamente. Però mi sono messo in testa e ho sperimentato con successo che esercitarsi sulla doppia frase sia un esercizio molto utile. In questo modo bisogna fare lo sforzo di dare senso a quel che si legge cercando risposta alle domande: quali sono le due informazioni di questo testo? Dove termina la prima e inizia la seconda?

Ecco quindi un esercizio autocorrettivo che fa al caso nostro. Con una moletta e semplici strisce ci si può esercitare a lungo.

STRUMENTO – DUE FRASI

ISTRUZIONI E LICENZA

Schedario di lettura

Autore: maestro Luca Randazzo

Schedario autocorrettivo di lettura

Lo schedario è un oggetto importante da avere, un po’ come il portaombrelli per gli ospiti. Poi magari non lo usa nessuno, ma almeno si fa bella figura.

Dei giochi di lettura che ho in funzione in classe è decisamente quello meno utilizzato, ma per completezza mi sembra importante averlo a disposizione: ci sono alcuni bambini e alcune bambine più metodiche che desiderano avere degli esercizi in sequenza, che possano controllare con calma.

Ecco quindi lo schedario autocorrettivo di lettura costruito con la tecnica del cloze, cioè della parola mancante da trovare in un testo per completarne il senso.

Le schede vanno copiate sul controllo e poi corrette con l’apposito controllo.

Istruzioni e licenza di rilascio sono qui: ISTRUZIONI E LICENZA

SCHEDE C1 (cloze di una parola su frase semplice in stampato maiuscolo)

SCHEDE C2 (cloze di due parole su testi di due frasi in stampato minuscolo)

Mathemonsterchen

Segnalazione di: Rita Di Ianni

Il “mostro della matematica” è un sito tedesco ricchissimo di giochi/schede scaricabili. Lo trovate al link https://mathemonsterchen.de/Startseite/

Tantissimo il materiale a disposizione da scaricare e utilizzare in classe!

Ordine alfabetico

autrice: maestra Valentina Guerrieri

Ordine alfabetico

Ecco delle schede per imparare a disporre le parole in ordine alfabetico. Si tratta di un materiale autocorrettivo. I bambini hanno bisogno di un pennarello per scrivere il numero nel quadratino e poi girare la scheda per controllare il lavoro.

Solo nelle prime è presente la striscia alfabetica in modo da facilitare l’esercizio anche quando si presentano nel gruppo parole con la prima o seconda lettera uguale.

Sono un poligono?

Autrice: maestra (Emi)Lia Venturato

Uno strumento per consolidare il concetto di poligono

Dopo aver lavorato, in modo laboratoriale, con i bambini per scoprire cosa siano i poligoni, possiamo farli giocare con un gioco a coppie che aiuta a sviluppare l’osservazione, la categorizzazione e a consolidare l’idea di poligono.

Si tratta di carte con i disegni da una parte e le parole ‘poligono’ oppure ‘non poligono’ sul retro.

Si gioca osservando la figura e dicendo se si tratti di un poligono oppure no.

Per costruirlo è disponibile il file in pdf.

Consiglio di ritagliare prima lungo i margini esterni del rettangoloni con carte e parole, poi appaiarli ‘schiena a schiena’ con un po’ di colla. Tagliare poi le singole carte e plastificarle separatamente tra loro, così che rimanga un po’ di margine trasparente intorno (vengono molto più resistenti).

La guerra delle doppie

Autrice: Gaia (8 anni)

Insegnanti di riferimento: Anna Galasso, Jessica Fiori e Rita Di Ianni

(In foto la versione artigianale creata da Gaia)

Il gioco è composto da due griglie grandi e due più piccole a doppia entrata (con numeri e lettere), 4 fogli con 10 parole in gioco (in questo caso si lavora sulle doppie).

Ogni giocatore sceglie uno dei 4 fogli e individua le cinque parole con cui vuol giocare, le scrive nella griglia grande e consegna al giocatore B il foglio scelto.

Il giocatore B farà altrettanto.

La guerra delle doppie ha così inizio, seguendo le regole della classica battaglia navale.

Quando una lettera viene indovinata si scrive nella griglia piccola; se è la parola ad essere indovinata (o intuita) si cancella dalla schedina.

Vince chi per primo individua tutte e cinque le parole dell’avversario.

Stampare il file pdf ‘La guerra delle doppie’, scrivere le parole con cui si intende giocare sui fogli e plastificare.

Qui le parole scelte da Gaia:

Buon divertimento!

Indovina le tabelline

Autrice: Rita Di Ianni

Gioco pensato per ripassare tutte le tabelline. Indipendentemente da come si siano “scoperte” le varie tabelline, arriva un momento in cui è utile esercitare la loro memorizzazione. Si gioca a coppie.

Il mazzo da gioco è composto da 12 schede, ogni scheda ha un percorso disegnato; l’inizio del percorso è segnalato dal numero cerchiato in rosso.

Il giocatore A sceglie una scheda dal mazzo e sottopone il giocatore B ad una serie di indovinelli sulle tabelline descritte nel percorso. La lettura presuppone la capacità di saper leggere una tabella a doppia entrata.

Il giocatore B ha 3 bonus a disposizione che può utilizzare per chiedere un aiutino se il risultato non è conosciuto. Se riesce a concludere il percorso rispondendo esattamente a tutte le tabelline del percorso (con al massimo 3 errori o risposte non date) vince la scheda.

Giocatore A e B si scambiano i ruoli e il gioco ha nuovamente inizio.

Es: Per poter vincere la scheda A il secondo giocatore dovrebbe rispondere bene alle domande: 2×2? 3×2? 4×2? 4×3? 4×4? 4×5? 4×6? 5X6? 6×6? 6×7? 6×8? 7×8? 8X8? Avendo tre bonus a disposizione.

I bonus possono variare a seconda del livello di difficoltà che si vuole introdurre nel gioco.

A fine partita si riportano sul proprio quaderno le schede vinte da entrambi i giocatori.
Es:
Giocatore A: Scheda A, scheda H
Giocatore B: Scheda B, scheda G, scheda D

Per costruire il gioco occorre stampare il file “Indovina le tabelline.pdf”, plastificare e ritagliare le carte.

Buon divertimento!

Che cos’è?

Autrice: maestra (Emi)Lia Venturato

Un gioco con foto di elementi naturali che stimola l’osservazione e la classificazione scientifica

Si gioca a coppie, o in piccolo gruppo (anche se alcuni amano esercitarsi da soli, qualche volta). A turno si guarda una foto e si dice: nome, vivente/non vivente, regno di cui fa parte. Un punto per ogni risposta corretta. Sul retro c’è l’autocorrezione fatta con i colori corrispondenti allo schema con cui sono state presentate le categorie.

Giocare ad indovinare, imparare nomi nuovi, esercitare la memoria e la capacità logica, senza far tanta fatica…

Ebbene sì, si può fare tassonomia (che parolona!) alla scuola primaria, divertendosi e senza saperlo.

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In genere mi limito a brevi spiegazioni per i miei strumenti. Questa volta sento di dover entrare un po’ nel merito del lavoro che c’è a monte.

Cominciare a classificare il mondo intorno a noi, secondo me, è una cosa fondamentale e anche molto divertente per i bambini.

Prima di tutto dobbiamo chiarirci che, alla scuola primaria, ci occuperemo di Scienze Naturali. Tutto ciò che è stato fatto dall’uomo, e quindi si può classificare come artificiale, passa nel campo della tecnologia e lo studieremo in quel contesto. Detesto suddividere in discipline il sapere, ma questo è un caso in cui, a mio parere, la suddivisione è utilissima per chiarire un concetto che non è affatto semplice: cosa è naturale e cosa no.

Qualsiasi oggetto che noi usiamo è fatto con materiali naturali. Almeno in origine lo erano, prima di essere trasformati in qualcos’altro. Questo confonde spesso.

Va chiarito bene che, quando si parla di naturale, non si intende che è fatto a partire da sostanze o elementi naturali; altrimenti la plastica sarebbe naturale, visto che è fatta da derivazioni del petrolio (sostanza naturalissima); il tavolo sarebbe naturale perché è fatto con il legno, ecc. In pratica, tutto sarebbe naturale!

No, le cose naturali sono quelle che esisterebbero anche in assenza della specie umana. Non è facile da capire e, a dirla tutta, parecchie cose che riteniamo naturali… passano dall’altra parte. Penso ai cani o alle galline che, nella forma in cui le conosciamo, con le varietà selezionate nel tempo dagli uomini… rientrerebbero negli elementi, almeno parzialmente, artificiali. Non è necessario fare queste distinzioni fini con i bambini; credo però che sia necessario averle in testa noi, mentre lavoriamo, per rispondere ad eventuali domande che, se loro avranno capito… sorgeranno quasi certamente.

È importante chiarire con i bambini che esistono cose artificiali (di cui per scienze non ci occuperemo più e che ‘volano via in una nuvola nel nostro schema’) ed elementi naturali.

Ritengo che sia fondamentale togliere dal campo tutte le cose artificiali, prima di arrivare alla domanda ‘è vivente o no?’. Trovo assolutamente assurda la domanda ‘la sedia è vivente?’. La sedia è artificiale e quindi non ci interessa e non ha senso chiedersi se sia vivente o meno.

Per parlare di viventi è necessario essere entrati nel concetto di ecosistema naturale. Anche se non lo avremo chiamato così (dipende dalla classe), saremo lì dentro, a guardare solo le cose che esistono a prescindere dalla costruzione umana di oggetti o altro.

I viventi sono quelli che:

  • nascono

  • crescono (nel senso che si modificano nel tempo, non obbligatoriamente aumentando le proprie dimensioni; pensiamo ad esempio alle farfalle)

  • possono riprodursi (ci tengo ad usare il ‘possono’, nel senso che hanno la potenzialità di farlo, per non confondere i bambini che magari pensano a persone che non hanno figli – per un motivo o per un altro – rischiando di non considerarli viventi; credo, inoltre, che sia importante  rispettare l’eventuale scelta o situazione personale che porta a non avere figli e che questo vada insegnato fin da piccoli)

  • muoiono

Avrà quindi senso chiedersi: ‘l’acqua è vivente?’ ‘il sasso è vivente?’ ‘il Sole è vivente?’.

Una volta capito che esistono i viventi e i non viventi sarà bello cominciare a suddividere i primi nei vari regni (batteri, funghi, vegetali e animali). La classificazione di questi regni è complessa, ci sono varie linee di pensiero tra gli scienziati; io ho scelto quella che mi sembra più idonea a parlare con bambini della scuola primaria.

Attenzione… i virus non rientrano in nessuno di questi regni. Dopo il coronavirus la domanda sorge sempre. Io rispondo che gli scienziati non sono ancora d’accordo se considerare i virus come viventi o non viventi perché, è vero che si riproducono, ma non riescono a farlo senza usare le nostre cellule, per cui non sono del tutto autonomi. Questo fa sì che qualcuno non li ritenga davvero ‘viventi’. In ogni caso, stanno fuori da questa nostra classificazione in regni.

Anche far sapere ai bambini che non è tutto chiaro, tutto già inscatolato, che anche gli adulti hanno dubbi su dove inserire un elemento, secondo me, è fare scienza davvero.

Ecco che, dopo questo lavoro, che viene riassunto sul quaderno con uno schema colorato che potete trovare qui, si arriva allo strumento ‘Che cos’è’, di cui trovate qui il file.

 

Macchie di caffè

Autrice: Rita Di Ianni

Si gioca a coppie. Ognuno ha una schedina da compilare con un’addizione e una sottrazione. Ogni partecipante ha inoltre due macchie di caffè a disposizione da inserire a piacere nelle due operazioni (una per la sottrazione e una per l’addizione).

I giocatori si scambiano i posti e devono indovinare quale cifra nasconde la macchia posizionata dall’avversario; è possibile scrivere la soluzione pensata direttamente sopra la macchia di caffè.

Nel momento del controllo se un giocatore ha indovinato entrambe le cifre nascoste segna 2 punti, altrimenti 1 o 0. Vince chi a fine tempo ha fatto il punteggio più alto.

Il gioco è stato pensato per essere utilizzato in tutti i livelli di scuola primaria; basta stampare e plastificare il file  adatto alla classe (decine, centinaia, migliaia, numeri con la virgola…).

Per assemblare il gioco si consiglia di stampare e plastificare la busta, costruirla utilizzando semplici attacca-stacca da merceria e del nastro adesivo argentato; stampare, plastificare e ritagliare infine anche le schedine e le macchie di caffè.

Buon divertimento!