Autrici: maestra Valentina Guerrieri e maestra Eleonora Biddle
Questo strumento non è stato inventato da me in realtà, ma ho “rubato” l’idea a Valentina Guerrieri che lo aveva esposto tra i suoi strumenti nel corso di una delle Programmazioni Cooperative Itineranti (PCI) organizzate dal gruppo territoriale MCE di Pisa.
Si tratta di un gioco-sfida che prevede il lancio di 8 dadi con su scritte delle sillabe, successivamente le sillabe vengono trascritte sulla scheda gioco individuale e al “VIA!” si scrivono tutte le parole che ci vengono in mente con quelle sillabe.
Vince chi riesce a formare il maggior numero di parole.
Nei dadi creati da me ho aggiunto due simboli:
la corona JOLLY, che permette di aggiungere una lettera o una sillaba a piacere per comporre le parole;
la doppia xx, che permette di inserire delle doppie.
Questo strumento è stato creato dagli alunni e dalle alunne della classe prima del mio scorso ciclo. Avevo chiesto loro di ideare degli strumenti che potessero essere utilizzati durante il Piano di Lavoro per consolidare la lettoscrittura. Alla realizzazione di questo strumento ha partecipato tutta la classe, alcuni hanno realizzato i disegni e altri hanno scritto le sillabe. Esteticamente non è perfetto, ma comunque funzionale e il divertimento è iniziato dalla sua realizzazione.
Le regole sono simili a quelle del domino classico: ci si divide le tessere tra i giocatori, il/la primo/a partecipante lascia una tessera sul tavolo e gli altri giocatori a turno attaccano le proprie tessere in base alla sillaba corrispondente al disegno o viceversa. Vince chi finisce per primo le proprie tessere.
Un modo per stimolare la lettura in modo divertente e alternativo è stato proporre queste schede ai bambini e alle bambine. Si tratta di una frase da leggere a cui è abbinato un disegno da completare con gli elementi e/o con i colori specificati nella frase stessa. Ogni volta che si scende verso il basso, si trova sempre la stessa frase a cui, però, sono stati aggiunti dei particolari in modo da risultare sempre più dettagliata. In parallelo, anche il disegno si arricchirà di oggetti e/o colori. A fine anno, in classe prima, i bambini stessi hanno inventato altre schede di questo tipo, a coppie! Si può usare il tutto anche in classe seconda per ragionare sulla frase minima e sulle espansioni.
Per familiarizzare con il concetto di “frase”, ho creato un quadernone ad anelli che abbiamo rinominato “Il grande libro delle frasi pazze”. Ritagliando i fogli interni nel modo corretto, si ottengono frasi divise per segmenti sintattici che si possono combinare tra loro in modo praticamente infinito. Per ritrovare la frase di partenza basta far corrispondere i disegni sul lato destro, unici per ogni frase. Le attività collegate possono essere molte, anche in classe seconda quando si affronta la sintassi della frase. Per noi è stato anche uno stimolo alla lettura, visto che i/le bambini/e si divertivano a mischiare i pezzetti di frase e leggere il risultato soprattutto perché avevo aggiunto molti elementi strani e divertenti, collegati alla nostra vita di classe. In questa versione, i riferimenti personali sono stati omessi! 😉 Ci hanno giocato in coppia, a gruppo, leggendo a turno una frase pazza ognuno ma capitava anche che solo un/a bambino/a fosse immerso/a nel Grande Libro delle Frasi Pazze!
MATERIALI per costruire lo strumento: scatola di scarpe, carta decorativa per rivestimento, 10 palline da ping-pong, 1 martelletto di legno, velcro, cartoncini bianchi, pennarelli, colla a caldo, plastificatrice
PROCEDIMENTO per costruire lo strumento:
Rivestire la scatola con la carta decorativa.
Fare dieci fori sul coperchio della scatola, ognuno leggermente più piccolo del diametro delle palline.
Scrivere su ogni pallina il valore desiderato ( noi in seguito abbiamo assegnato a ciascuna il valore 10 e poi 100) oppure lasciarle bianche.
Scrivere i numeri e i simboli necessarie su quadrati di cartoncino, quindi plastificarli singolarmente.
Se l’attività viene svolta in classe prima, potreste arricchire ulteriormente l’esperienza disegnando rappresentazioni visive della quantità accanto a ciascun numero sui quadrati di cartoncino.
Utilizzare la colla a caldo per fissare i pezzetti di velcro sulla scatola e sul retro dei cartoncini plastificati in modo da consentire agli studenti di staccare e attaccare facilmente i numeri durante le operazioni matematiche. Mantenere i simboli di sottrazione (-) e di uguale (=) già applicati.
Come si svolge il gioco:
Posizionate il numero di palline indicato sul primo cartellino. I bambini utilizzano un martelletto per far scendere le palline desiderate, come indicato sul secondo cartellino. Contano le palline rimaste nel coperchio. Successivamente, applicano il terzo cartellino indicando così il risultato ottenuto.
Questa attività può essere collegata a tutte le schede di lavoro relative alle sottrazioni di base e a quelle che coinvolgono il concetto di dieci all’interno del range fino a 100. Un’ulteriore evoluzione potrebbe consistere nell’attribuire un valore crescente a ciascuna pallina, stimolando così la pratica del calcolo a mente.
1. Piccoli quadrati bicolore rappresentanti i pezzi delle costruzioni, tutti uguali.
2. Mattonelle con differenti figure geometriche costruite attraverso l’accostamento dei piccoli quadrati bicolore (24 mattonelle: 12 grandi e 12 piccole).
Obiettivo del Gioco: Utilizzare i piccoli pezzi a disposizione per riprodurre la figura geometrica raffigurata sulle mattonelle.
Modalità di gioco: Il giocatore può decidere di sfidare qualcuno o giocare da solo. Per giocare, occorre una certa abilità nel posizionare i piccoli quadrati bicolore in modo da ricreare le figure geometriche proposte dalle mattonelle. Con i pezzi delle costruzione abbiamo molte combinazioni e sfide possibili!
Per giocare si consiglia di stampare il file, plastificarlo, ritagliarlo e assemblarlo in un contenitore. Buon divertimento!
La scorsa estate ho comprato Misuriamo il mondo, il libro di Clive Gifford, e l’ho portato in vacanza con dei bambini; l’effetto è stato sorprendente, i più piccoli sono stati rapiti dal libro e presto è diventato motivo di gioco per l’intera comitiva.
È un libro sulle misure e soprattutto sui confronti, in cui vengono fatti paragoni sorprendenti tra oggetti/animali/persone, pieno di informazioni affascinanti riguardo al mondo e ricco di comparazioni preziose per aiutare il lettore a scoprire che alcune cose, come ad esempio la grande piramide di Giza, sono così grandi che senza un paragone non le si poteva nemmeno immaginare.
Ecco che ho pensato di riproporlo in classe, ma dovevo trovare un modo per renderlo collettivo: era un solo libro per più di 20 studenti. Così ho creato delle domande stimolo per accompagnare la riflessione e solleticare la loro capacità di stima. Le ho messe in forma di carte da gioco e le ho colorate. Sopra ogni carta vi è una domanda ed è riportata la pagina dove è possibile trovare la risposta.
Noi ci abbiamo giocato così: la classe è stata divisa in gruppi e ad ogni gruppo ho consegnato 3 domande-stimolo. Il gruppo ragiona, fa ipotesi, può usare righelli o metri che sono a disposizione della classe, valuta e stima per poi produrre un’ipotesi di risposta ad ognuna delle domande. In tutto ha mezz’ora di tempo.
Finita questa prima fase inizia il dibattito. Ho chiesto ai bambini di porre massima attenzione alla loro capacità di argomentazione, stabilendo che se il loro ragionamento fosse stato coerente, ben argomentato e convincente anche per il pubblico allora la loro squadra avrebbe ricevuto un punto. Il pubblico avrebbe potuto aggiungere riflessioni e commenti. La maggior parte delle domande sono praticamente impossibili da indovinare, e lo scopo del gioco non deve essere certo quello di fornire una risposta esatta, ma di trovare una strategia per avvicinarsi alla risposta, argomentando, facendo congetture, utilizzando dati reperiti chissà dove…insomma attivando proprio le abilità tipiche della matematica, che è una disciplina fatta di processi e di ragionamenti, non di prodotti!
Se vuoi provare anche tu a lavorare con le carte-stimolo puoi scaricare il materiale che ho ideato, plastificarlo e ritagliarlo. In libreria puoi facilmente trovare il libro.
Il gioco delle carte geometriche (lo trovi al link https://www.pianodilavoro.org/2022/04/13/le-carte-geometriche/) è un gioco matematico molto amato dai miei ragazzi. Ho pensato di farne un altro mazzo con figure differenti utilizzando anche trapezi, rombi e triangoli vari.
Noi abbiamo 3 modi di giocarci:
CONTRO LA MAESTRA: un bambino o un gruppetto di bambini prende una carta dal mazzo e prova a descrivere cosa devo disegnare, io sono alla lavagna. Ovviamente mi diverto a portare agli estremi proprio le loro indicazioni più ambigue. In questo modo ci facciamo un sacco di risate e loro imparano ad affinare il lessico. È una modalità che promuove molto la riflessione sul linguaggio!
TUTTI INSIEME: un bambino prende una carta e prova a descrivere al gruppo classe cosa disegnare. La classe disegna sul quaderno e poi si confrontano le varie produzioni.
A COPPIE: i giocatori si mettono spalla-spalla e, a turno, provano a descrivere ciò che vedono al compagno o alla compagna che, a sua volta, tenta di disegnare sul foglio ciò che ascolta. Una variante del gioco a coppie è quella di utilizzare una piccola lavagnetta, la cosa importante è non vedere cosa il compagno disegna.
Dopo questo momento è possibile confrontare la carta e il disegno: sono simili? Se non lo sono… perché?
Stampare a colori, plastificare e ritagliare! Buon lavoro!
Quest’anno insegno in due quinte e abbiamo stabilito di creare un gioco matematico per la giornata del Pi greco-day, in modo da passare il 14 marzo a giocare tutti insieme. Quale miglior modo di festeggiare la matematica?
Si tratta di una semplificazione del classico gioco Taboo, ai miei alunni piace molto. Ho pensato di introdurre questo gioco sia per il rinforzo del lessico specifico delle discipline e in genere delle nuove parole introdotte durante le attività, sia per allenare i bambini a spiegare in modo comprensibile e a comprendere, ascoltando bene gli indizi.
Le parole si aggiungono progressivamente, lo possono fare i bambini stessi, volendo. Per questo ho preferito scriverle a mano su cartoncini.
Spesso si tratta di parole che hanno tutta una storia all’interno della classe (come CALLIPIGIA nella nostra classe!), mentre magari in un’altra non verrebbero capite.